La Manx
Manca solo un titolo

In fondo alla via marco polo passava il treno.
Passava tutte le volte che voleva, senza preavviso, e si infilava nella nostra casa
come uno di famiglia. Era lo stesso treno che d’estate ci portava dalla nonna
buona, che bestemmiava dio.
Era il treno che spediva a milano mio padre, per lasciarci qualche giorno
in pace. Ed era il treno invocato da mia madre quando minacciava di scappare
o di finirci sotto.
C’era una volta quel treno, non altri, a vibrare nei nasi appiccicati al
vetro della sala, a scorrere negli occhi al buio, a coprire voci rabbiose e pianti,
a scardinare per manciate di secondi l’ordine disperato della casa, a instillare
sogni prepotenti nei cuori.
Di cosa parli? Di un treno.


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